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Batterie nel sellino, Gps iper-intelligenti, cerchi senza raggi: viaggio nei progetti che plasmeranno le due ruote del futuro

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Era solo un pesce d'aprile ma sono stati in molti a cascarci. Tant'è che il video è stato visto da oltre cinque milioni di persone. Il mandante dello scherzo, Google Netherland, diffuse un anno e mezzo fa un filmato in cui veniva presentata la cosiddetta Self Driving Bycicle, la bicicletta che pedala e guida da sola. Tutta una bufala, anzi, per mettere subito in chiaro le cose: un mezzo a due ruote, con questo tipo di tecnologia, non esiste.

PZeroVelo In realtà non ce n'è neanche bisogno. In fondo la bicicletta del futuro esiste già, anzi è dappertutto, e in molteplici forme: da quella pieghevole, leggerissima che si può caricare in spalla e trasportarla sui mezzi pubblici occupando lo stesso spazio di una borsa sportiva o addirittura di un ombrello, a quella con pedalata assistita, altrimenti detta e-bike, il cui mercato è sempre più diffuso, basti pensare che nell'ultimo decennio, la ricerca è di Legambiente, l'Italia è passata da 98.000 a 1.357.000 unità, mentre solo nel 2016 le vendite hanno registrato un aumento del 120% rispetto all'anno precedente. Questi però non sono che un paio di esempi di come il modo di pedalare stia cambiando. Gli studi della scienza applicata alle due ruote non si fermeranno mai: probabilmente per la bicicletta che guida da sola bisognerà ancora aspettare diversi anni, ma questo non significa che non esistano progetti in continua evoluzione in grado di spingere la ricerca verso nuovi traguardi, in particolare riguardanti il design, la sicurezza e la tecnologia.

Sul fronte del design l'Italia si sa, non è secondo a nessuno altro paese. In questo senso, due ragazzi savonesi, Alessio Rebagliati e Alessandro Giusto, hanno di recente registrato un loro brevetto che permette di costruire biciclette su misura con monoscocca customizzabile in carbonio, in due parole: "Ego Cycles”. Una perfetta fusione tra le alte performance che l'utilizzo del carbonio garantisce in termini di elasticità, leggerezza e solidità (e quindi alta tecnologia) e la possibilità di personalizzare il mezzo di trasporto al 100%, ovviamente a un costo accessibile. Il progetto è ancora in fase di sviluppo, ma è già stata portata a termine una prima raccolta fondi per l'avvio della produzione su ampia scala e i primi modelli potrebbero essere messi in vendita già nel prossimo mese di luglio. È un po' meno avanzato in termini di tecnologia e design, ma di sicuro può godere dell'interesse di una buona fetta di pubblico, il progetto “Bike for Two” nato da una prestigiosa università olandese. La bicicletta si contraddistingue sostanzialmente per il sellino, allungato, e quindi perfetto per viaggiare in due. L'idea è di una studentessa russa. In aggiunta c'è il poggiapiedi incorporato, un robusto cavalletto (perché sedersi in due non è mai facile) e ovviamente una batteria nascosta, dato che non si tratta di un tandem e quindi la pedalata toccherebbe solo al conducente.

D'altra parte la presenza delle batterie non è più una sorpresa. Perché design e tecnologia si stanno muovendo anche e soprattutto sul fronte dell'e-bike, attualmente uno dei mercati più floridi nel mondo dei velocipedi. Per molti è semplicemente la bicicletta del futuro e sono allo studio diversi prototipi dalle specifiche caratteristiche. Tra gli altri, un team svizzero ha ideato un modello il cui motore accumula in discesa l'energia di frenata che altrimenti si disperderebbe, per poi trattenerla e rimandarla alla ruota, mentre a Londra è in via di sviluppo una bici dotata di sella rimovibile con batteria ricaricabile incorporata. Un modo efficace per prevenire i furti e agevolare la ricarica della propria e-bike. Per chi invece, pur avendo il cuore e l'anima del ciclista, ha sempre sognato di poter guidare almeno una volta una motocicletta, a Eicma 2017 l'azienda italiana Arlix ha presentato il primo crossover bike del mondo: qualcosa che sta a metà tra la bicicletta e il classico motoveicolo. Oltre a un design piuttosto aggressivo, che lo rende molto più vicino a una moto che a una bici, questo gioiello tecnologico è dotato di dispositivo ad assetto variabile. Tradotto: la posizione del guidatore può variare a seconda del percorso, con l'obiettivo di massimizzare il più possibile il comfort di guida.

Un altro fronte importante è quello della sicurezza, sempre più computerizzata e applicata alla bici stessa. Questo significa Gps intelligenti, in grado di avvertire il ciclista in caso di asfalto bagnato o di buche sulla strada, capace di prevedere la pioggia e segnalare anche la presenza di un mezzo a sei metri di distanza. L'anno scorso in Danimarca è stata presentata Diavelo, dotata di luce autonoma, fendinebbia compreso, e i cui optional, come la pedalata assistita e il contachilometri, possono essere gestiti da mobile, per il quale c'è un apposito vano dove collocarlo in totale sicurezza. Ma è proprio tramite lo smartphone che la bicicletta, con ogni probabilità, potrà raggiungere il massimo del comfort e delle prestazioni. Ad esempio, speciali sensori sui pedali potranno connettersi direttamente con il telefono attraverso apposite applicazioni, comunicando in tempo reale i chilometri percorsi, i battiti cardiaci e le calorie bruciate dal ciclista. 

L'evoluzione, forse definitiva, di tutto questo dovrebbe essere il prototipo Cyclotron, combinazione perfetta tra e-bike, tecnologia e design, nonché primo vero esemplare di smart bike. Telaio in fibra di carbonio, peso fino a un massimo di 12 kg, non ci sono i fili per i freni, né la catena né i raggi alle ruote. Al posto delle camere d'aria c'è un materiale rotabile in polimero solido. Illuminazione a led integrata ai parafanghi, fino a 18 marce automatiche e connessioni Gps e internet. Dovrebbe, nel senso che, a dispetto degli oltre 200 mila dollari raccolti su Kickstarter, il progetto made in Usa ha subito diversi rinvii prima della messa in vendita. La prima data fissata era giugno 2017, oggi, sul sito ufficiale, c'è una nuova scadenza: aprile 2018. Nel frattempo, chi proprio non può fare a meno di un mezzo del genere può guardare alla Cina, dove è da poco stata messa sul mercato Le Syvrac, la bicicletta connessa 24 ore su 24. Il design non è futuristico come Cyclotron, ma è dotata di display da 3.97 pollici basato su Android e 4 giga di Ram inglobato nel telaio, rilevatore del battito cardiaco sul manubrio, pulsante walkie talkie per interagire via chat con gli amici, si può navigare sul web, ascoltare musica, trovare mappe, luci anteriori e posteriori incorporate e automatiche, con una app per conoscerne la posizione e… una catena, bella grossa, per legarla. Dal momento che questo gioiellino costa dagli 800 ai 6 mila dollari.