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La verità sulla mobilità sostenibile

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Un report di McKinsey, nel 2016, parlava di un mercato al “punto di non ritorno”. Tra innovazioni di grandi brand e trend ormai consolidati, ecco a che punto siamo realmente

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Nel 2016, in un report dal titolo “An integrated perspective of the future of mobility”, McKinsey e Bloomberg New Energy descrivevano il futuro della mobilità sostenibile a un punto di non ritorno. Secondo le ricerche, infatti, le auto elettriche sarebbero destinate a conquistare il 60% del traffico urbano nelle grandi città entro il 2030, spinte dai nuovi regolamenti sulle emissioni, da una tecnologia sempre meno cara, da una crescita della consapevolezza da parte del consumatore. A due anni di distanza dalla stesura di quel rapporto il processo prosegue, e in un recente incontro organizzato a Milano nell'ambito di Wired Trends, il ricercatore dell'Ipsos Enrico Billi ha affermato che «si è innescato un circolo virtuoso in cui le aziende hanno deciso di cavalcare la trasformazione odierna, spinta dall'attenzione all'ambiente». Un circolo virtuoso che coinvolge i governi e i cittadini, sempre più attenti al tema, e che cavalca i nuovi trend della mobilità condivisa (car sharing, car pooling, ma anche bike sharing) e nuove tendenze tecnologiche. Secondo Billi, infatti, è emblematico come «solo il 2% degli adulti è soddisfatto dell'automobile così com'è, mentre la quasi totalità della popolazione per qualche motivo ha delle preoccupazioni».

PZeroVeloIn questo quadro si inserisce anche l'evoluzione delle e-bike, sempre più trainanti nel contesto di un mercato della bicicletta che negli ultimi anni ha registrato cali significativi o stalli anche in quei Paesi culturalmente e tradizionalmente più inclini alle due ruote. Secondo dati pubblicati sul sito statista.com, la vendita globale delle e-bike è destinata a raggiungere quota 41,3 milioni di unità entro il 2023. Intanto i segnali sono già incoraggianti nel 2018. Alla fine dell'anno scorso, Bosch eBike System ha presentato un dossier sulla situazione attuale del mercato delle bici elettriche:  «Il settore dell'e-bike si sta sviluppando a grande velocità – ha spiegato l'amministratore delegato Claus Fleischer - Possiamo realisticamente prevedere che, entro 10 anni, una bicicletta su due vendute nei principali mercati europei sarà elettrica». 

Un sondaggio condotto da Bosch stessa con 5.241 partecipanti in Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Olanda e Austria ha rivelato che il 10% degli intervistati possiede già una e-bike, mentre il 16% sta pensando di acquistarne una entro i prossimi 12 mesi. Secondo la Conegi (Confederation of the european bycicle industry), nel 2016 sono state vendute 1.667.000 e-bike in tutto il continente, con una crescita del 22% rispetto all'anno precedente. E il dato è in continua ascesa, anche grazie a una varietà di modelli sempre più ricca. A dimostrarlo è una ricerca condotta dal sito e-bike-finder.com, che nel 2016 ha censito 2.556 modelli diversi realizzati da 80 produttori, con preferenza per i modelli city o trekking. La già citata indagine Bosch eBike System descrive le e-bike come una «espressione di uno stile di vita ben preciso in cui funzionalità e design devono coesistere in modo armonioso. Esteticamente, molti modelli esistenti attualmente sono difficilmente distinguibili dalle bici convenzionali, una tendenza che sta influenzando tutte le categorie di prodotto». 

Che l'e-bike sia destinata ad affiancare, se non a superare, la bici tradizionale, è reso evidente anche dai dati di vendita più recenti. In Danimarca, per esempio, il volume totale del mercato è sceso del 13% tra 2015 e 2016, ma il settore dell'e-bike è cresciuto del 9%. In Svezia le bici elettriche vendute sono raddoppiate nel giro di due anni, raggiungendo quota 67.500 unità. Un boom che è frutto anche del miliardo di corone stanziato dal governo per sostenere l'industria con incentivi come il sussidio del 25% fino a un massimale di circa 10.340 corone per chiunque acquisti una e-bike. Un esempio, quello svedese, già seguito dalla Norvegia e in studio anche nel Regno Unito, dove le e-bike, seppur in crescita, ancora faticano a imporsi. 

Che design all'avanguardia non siano però sufficienti a supportare la rivoluzione della mobilità sostenibile su due ruote lo conferma lo studio condotto dal ministero federale dei Trasporti e delle Infrastrutture digitali tedesco, secondo cui quasi la metà degli intervistati non si sente al sicuro a bordo della sua bici. Per questo sono in arrivo novità tecnologiche come il primo sistema Abs per e-bike della Bosch, mentre Pirelli ha già lanciato Cycl-E, il suo primo pneumatico concepito espressamente per bici elettriche, capace di coniugare design, prestazioni e affidabilità, con una maggiore resistenza alle forature che lo rende perfetto anche per i percorsi extra urbani più lunghi. Ma la vera sfida riguarda i chilometri di piste ciclabili, insufficienti secondo il 63% dei coinvolti in un altro studio del ministero. Un problema che riguarda da vicino anche l'Italia, dove a fronte di un calo del 2,6% del mercato ciclistico si è avuto un incremento del 120% di quello delle e-bike. Qui, come in altri Paesi, il tema della mobilità sostenibile sarà centrale per migliorare la qualità di un'aria dove particolato atmosferico e biossido d'azoto continuano a superare le soglie consentite in città come Roma, Milano, Torino, Firenze, Genova, Napoli e Catania.